Santo francescano

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Santo francescano | Crédit Agricole
San Francesco riceve le stigmate | Crédit AgricoleFrammento di mano | Crédit Agricole
Autore
Il Pordenone (De Sacchis Giovanni Antonio detto)
Data
Fine 2° e 3° decennio XVI sec.
Tecnica e supporto
Affresco
Dimensioni
64 x 53 cm
Collezione
FriulAdria
Ubicazione
Pordenone

Giovanni Antonio nasce a Pordenone, verosimilmente verso il 1483 - 1484, figlio del mastro murario Angelo da Brescia.

La sua formazione è caratterizzata dall'affiancamento di artisti di spicco del tempo: acerbo allievo di Gianfrancesco da Tolmezzomaturando poi a contatto con le opere del Giorgioneper terminare, dopo un probabile soggiorno romano (1518?), verso uno stile più monumentale e teatrale, culminato tra il 1520 e il 1522 nel ciclo della Passione del duomo di Cremona, dove le reminiscenze della grande maniera romana vengono trasfigurate da suggestioni di sapore nordico.

L’improvvisa morte del Pordenone a soli 55 anni, stroncato da una fulminea quanto misteriosa malattia, ha fatto ipotizzare che l’energico pittore friulano, considerato il maggiore frescante della sua generazione, fosse stato vittima di avvelenamento forse allo scopo di liquidare l’unico vero rivale di Tiziano nel settentrione. A ragione di ciò, i successi veneziani del friulano furono tali, nella seconda metà degli anni Trenta del Cinquecento, da mettere in pericolo la commissione a Tiziano per la sala del Maggior Consiglio presso Palazzo Ducale: il Vecellio riuscì tuttavia ad assicurarsi l’incarico, ma Pordenone si garantiva la commessa di altri dipinti destinati al medesimo ambiente.

Tra le opere eseguite a Venezia si ricordano le tavole del soffitto della sala terrena nella Scuola dei Frari, la pala d’altare con i Ss. Rocco, Sebastiano e Caterina, gli affreschi del cupolino e del portico esterno in S. Giovanni Elemosinario, i cartoni per alcuni mosaici di facciata per la basilica di S. Marco.

Focus sulle opere

Questi tre frammenti provengono dalla chiesa pordenonese di San Francesco e secondo le testimonianze storiche appartenevano a un affresco distribuito su tre nicchie e sovrastato da putti alati recanti un stemma gentilizio, rappresentante San Francesco che riceve le stigmate attorniato da due altri santi. 

L’affresco, strappato nel corso del XVIII sec. in seguito alla soppressione del convento annesso, rimase di proprietà della famiglia Galvani fino a quando i suoi frammenti furono ceduti alla Banca Popolare di Pordenone, poi Popolare FriulAdria e oggi Crédit Agricole Italia. 

I tre frammenti rappresentano, rispettivamente, il volto di S. Francesco in atteggiamento estatico mentre riceve le stigmate; un bellissimo mezzobusto, quasi un ritratto, di un santo francescano non identificato; infine, il particolare di una mano segnata da stigmata e quindi direttamente riconducibile alla figura di Francesco. 

Questi frammenti, in mediocre stato conservativo, sembrano dialogare, dal punto di vista stilistico, con la Madonna e santi della parrocchiale di Alviano in Umbria, presumibilmente realizzata intorno al 1518 - 1519, ma anche con gli affreschi della cappella Malchiostro nel duomo di Treviso. La spiccata espressività emotiva dei volti e l’impasto cromatico così luminoso e terso denunciano una profonda comprensione delle opere parmensi del Correggio, favorendo un’attribuzione al De Sacchis prossima al lustro 1519 - 1524.