Adorazione dei Magi

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Autore
Girolamo Marchesi da Cotignola
Data
1524 - 1525
Tecnica e supporto
Olio su tavola
Dimensioni
125,5 x 96,3
Collezione
Caricesena
Ubicazione
Cesena

Incerte la data di nascita e di morte del pittore romagnolo Girolamo Marchesi, così come scarse sono le notizie sulla sua formazione pittorica. La critica, tuttavia, pare essere concorde sul fatto che si formò alla bottega dei concittadini cotignolesi Francesco e Bernardino Zaganelli, come attesta l’impronta stilistica della sua prima produzione. La pala d’altare intitolata Concezione con i Santi Agostino e Anselmo, datata 1512 ed eseguita per la chiesa di San Francesco nella Repubblica di San Marino, risulta essere la più antica delle sue opere certe. Entrato nell’ambito del mecenatismo della famiglia Sforza (capostipite della quale fu, per inciso, il capitano di ventura cotignolese Muzio Attendolo detto, appunto, lo “Sforza”), lavorò anche per la decorazione della sala dei Putti della rocca di Gradara. Nel 1513 ricevette l’incarico di decorare la cappella maggiore della cattedrale riminese di Santa Colomba, occasione che gli consentì di entrare in contatto con il pittore Girolamo Genga, col il quale ebbe modo di collaborare. Una decisa svolta stilistica venne però impressa al Marchesi dal viaggio di studio che compì a metà del Cinquecento a Roma e a Napoli: folgorato dalla modernità di Raffaello e di Michelangelo, realizzò significative opere oggi conservate nella Pinacoteca di Bologna e nei Musei Statali di Berlino.   

Focus opera

Il dipinto qui presentato è tra i capolavori della pittura bolognese della prima metà del Cinquecento per l’impressionante parossismo dello scenario formicolante di figure attorno alle rovine dell’edificio classico, nell’avvolgente paesaggio pulsante che presuppone gli sperimentalismi pittorici di Dosso Dossi. Il cartone dell’Adorazione dei Magi lasciato a Bologna da Baldassarre Peruzzi ispira l’invenzione sovraffollata, ma l’eccentricità delle soluzioni dialoga con la bizzarria di Amico Aspertini e con le invenzioni scenografiche fittamente ornate degli architetti destinate alle tarsie lignee, così come con il tormentato dinamismo del ferrarese Ludovico Mazzolino e con l’anticlassicismo dei pittori e degli incisori nordici. Rappresenta il vertice assoluto della produzione dell’artista ed è cronologicamente riferibile alla metà circa del terzo decennio.

 

Fonte:  https://www.fondazionecarispcesena.it/collezione/galleria