Volto di profeta

Volto di profeta | Crédit AgricoleVolto di profeta | Crédit AgricoleVolto di profeta | Crédit Agricole
Volto di profeta | Crédit Agricole
Volto grottesco | Crédit Agricole
Autore
Pietro Annigoni
Data
1980 circa
Tecnica e supporto
Sanguigna su carta
Dimensioni
40 x 30 cm
Collezione
Creval
Ubicazione
Fano

Secondo Bernard Berenson, Pietro Annigoni è stato indubbiamente «il più grande pittore di questo secolo, in grado di competere alla pari con i più grandi pittori di tutti i secoli: rimarrà nella storia dell’arte come il contestatore di un’epoca buia.». L’arte di Annigoni potrebbe davvero essere interpretata come prodotto o reazione agli sconvolgimenti sociali, politici e ideologici della prima metà del XX secolo. Infatti non di rado i periodi caratterizzati da forte disagio sociale producono un’arte involuta, sofferente, contratta: così è stato tra il II e IV secolo d.c. – l’età dell’angoscia – oppure a metà Trecento durante la Peste Nera.

Nato a Milano mentre Vasilij Kandinskij dipingeva il suo primo acquarello astratto, Pietro Annigoni potrebbe essere definito una nobile retroguardia, la cui straordinaria fama è dovuta innanzitutto al generale riconoscimento delle sue notevoli doti artistiche, che lo avvicinano per destrezza grafica, compostezza formale e padronanza compositiva ai grandi paesaggisti ottocenteschi, come Camille Corot. Certamente la sua arte fu lo specchio di un mondo al tramonto, popolato da personaggi affascinanti e anacronistici: anacoreti, profeti, indigeni del subcontinente indiano, scià di Persia, membri della dinastia Windsor. Nel 1947 appare tra i firmatari del Manifesto dei Pittori Moderni della Realtà, in aperta polemica con l’arte informale, e in strenua difesa del figurativo, che per lui significava innanzitutto difesa dell’integrità dell’uomo, dal punto di vista morale prima che estetico.

Focus sulle opere

Questa coppia di sanguigne, tracciate in tarda età, svelano immediatamente i debiti formali del Maestro nei confronti della tradizione di bottega rinascimentale. Realizzate entrambe da una mano scioltissima e sapiente, tra le due risulta particolarmente interessante dal punto di vista iconografico il Volto grottesco che, come denuncia il titolo, prende le mosse dai famosi studi leonardeschi sulle “teste caricate”, poi sviluppati dal Melzi e dal Boltraffio ed infine diffusesi in tutto il nord Europa tra il Cinquecento e il Seicento, come dimostrano numerose opere di Bosch, di Dürer, di Rubens …

bibliografia: Pietro Annigoni. Sessant’anni con la pittura, Fano 2010

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