Dio è un essere perfettissimo come una Volkswagen
- Autore
- Emilio Isgrò
- Data
- 1964
- Tecnica e supporto
- Stampa su cartone
- Dimensioni
- 50 x 66 cm
- Collezione
- Galleria Crédit Agricole - Refettorio delle Stelline
- Ubicazione
- Milano
«Sono diventato artista per caso, quasi mio malgrado» racconta Isgrò nel suo atelier alla periferia di Milano, un’ex sartoria in zona viale Monza. «Ho iniziato come giornalista, un mestiere che mi appassionava. Alimentava quella curiosità che è la molla anche del mio lavoro d’artista. Ho imparato di più facendo il cronista che frequentando il mondo dell’arte. Fra gli artisti sono sempre stato un cane sciolto. Non ho mai fatto gruppo».
Il suo marchio artistico inconfondibile – i testi cancellati – era nato proprio dall’esperienza giornalistica maturata nei primi anni ‘60. Trovandosi a correggere degli articoli di Giovanni Comisso, scritti in modo contorto e redatti in fogli zeppi di cancellature, si era accorto che queste alla fine avevano più peso delle parole stesse: fu un’illuminazione. Spesso utilizzate con intento provocatorio e dissacrante, queste cancellature appaiono anche in forma di omissis sull’Inno di Mameli, nella serie Fratelli d’Italia. Fratelli di Sicilia (2009), accanto ad una Penisola brulicante di formiche.
Focus opera
Nel 1964, con la sua opera Dio è un essere perfettissimo come una Volkswagen, l’artista siculo riusciva a fare infuriare sia la fabbrica di automobili sia la Chiesa. Partendo da una pubblicità della celebre casa automobilistica, Isgrò aveva lanciato – ancora agli albori del boom economico – una divertita critica all’esordio del consumismo di massa, posizionandosi ideologicamente in una “zona grigia” tra Herbert Marcuse e Aldo Palazzeschi. La ditta tedesca aveva protestato fieramente, chiedendo il ritiro dell'opera: Isgrò aveva accettato ma a patto che la casa automobilistica ritirasse dal commercio tutte le Volkswagen.
Ovviamente non se ne fece nulla, ma la provocazione era entrata nella memoria collettiva e, mezzo secolo dopo, Maurizio Cattelan aveva colto l’occasione per chiedergli se si sentisse ancora un provocatore. «Gli ho risposto con un testo pieno di cancellature - ha affermato Isgrò - perché ad oggi, quando tutti provocano, la provocazione non ha più senso».