Città italiana

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Autore
Emilio Tadini
Data
1988 ca
Tecnica e supporto
Olio su tela
Dimensioni
89 x 116 cm
Collezione
Galleria Crédit Agricole - Refettorio delle Stelline
Ubicazione
Milano

Pittore e scrittore italiano variamente influenzato dalla lezione surrealista di Dalì e De Chirico e dalla pop art inglese, Emilio Tadini esordisce come poeta sul Politecnico, per poi proseguire nel solco della letteratura di prosa novecentesca neoavanguardista, spesso contaminandola con strutture e intrecci derivati dal romanzo poliziesco.
Le visite agli studi degli artisti stimolano le sue prime prove nelle arti visive, che inizialmente si caratterizzano per una dimensione intimistica, a latere della preminente attività di scrittura. Dalla seconda metà degli anni Cinquanta Tadini inizia a dedicarsi alla pittura in maniera più assidua, esordendo anche come critico d’arte, e nel 1960 cura con i critici Enrico Crispolti e Roberto Sanesi la collettiva Possibilità di relazione presso la galleria L’Attico di Roma, convogliando linee di ricerca improntate a un rinnovamento dell’immaginario figurale, oltre l’informale e l’espressionismo astratto. Persuaso che la vera arte esprima una liberazione totale della ragione, Tadini formula allora l’ipotesi di un «realismo integrale», che trovando poi la propria dimensione pratica nel movimento artistico denominato Nuova figurazione che, animando la scena milanese, includeva, oltre a Tadini stesso, Adami, Romagnoni, Lucio Del Pezzo ed Enrico Baj.

Focus opera

Decisivo è l’incontro con il gallerista Giorgio Marconi, con cui Tadini stringe un sodalizio destinato a durare quarant’anni e che lo porta a realizzare serie di opere fortemente allusive caratterizzate dalle dimensioni ambientali, dai fondi monocromi e dalle gamme cromatiche fredde. In questi dipinti, ricchi di colte sollecitazioni letterarie e rimandi onirici, Tadini crea una dissociazione tra oggetti e figure, memore dell’effetto di straniamento nella drammaturgia di Bertolt Brecht. Nel corso degli anni Ottanta approfondisce questi temi, sviluppandoli quindi nel ciclo Città italiana (dal 1988), dedicato alla geografia della cultura con visioni immaginarie.