Astronomicon

Astronomicon | Crédit AgricoleAstronomicon | Crédit AgricoleAstronomicon | Crédit Agricole
Astronomicon | Crédit Agricole
Astronomicon | Crédit AgricoleAstronomicon | Crédit AgricoleAstronomicon | Crédit AgricoleAstronomicon | Crédit AgricoleAstronomicon | Crédit AgricoleAstronomicon | Crédit AgricoleAstronomicon | Crédit AgricoleAstronomicon | Crédit AgricoleAstronomicon | Crédit AgricoleAstronomicon | Crédit AgricoleAstronomicon | Crédit Agricole
Autore
Basinio da Parma
Data
1455
Tecnica e supporto
Manoscritto su pergamena
Dimensioni
80 pagine di 12,1 x 18,9 cm
Collezione
Carim
Ubicazione
Rimini

L'Astronomicon è un poema in due libri scritto nel 1455 da Basinio da Parma (1425 - 1457); fu prima allievo di Vittorino da Feltre a Mantova e poi studioso di greco e latino a Ferrara dove diede inizio alla propria attività letteraria partecipando fervidamente alla vita culturale della corte estense.
Nel 1449 Basinio si trasferisce a Rimini alla corte di Sigismondo Pandolfo Malatesta: grazie al suo mecenatismo, dal 1450 al 1455, confluirono nella città i migliori artisti e intellettuali del tempo: Leon Battista Alberti, Agostino di Duccio, Piero della Francesca e Matteo Pasti, divenendo così un importante centro artistico-culturale.

L'Astronomicon venne acquistato nel 1992 dall'allora Cassa di Risparmio di Rimini e oggi fa parte delle Collezioni d’Arte Crédit Agricole Italia.

Nel 2019 il manoscritto venne esposto alla mostra "Per documento e meraviglia. Una storia lunga 400 anni" in occasione dei 400 anni dalla fondazione della Biblioteca Civica Gambalunga di Rimini. Dal 2021 l’Astronomicon è conservato nella stessa biblioteca così da consentire una ricongiunzione bibliografica di alcune preziose testimonianze di età Malatestiana: dall'autografo dell'Hesperis, sempre di Basinio da Parma, ai due manoscritti realizzati per la corte malatestiana: la Regalis Ystoria di fine '300 e il De civitate Dei di sant'Agostino, scritta da Donnino di Borgo San Donnino a inizio '400.

Focus sulle opere

Il manoscritto mostra tutta la raffinata erudizione dell’autore che prende spunto dall’interesse del signore Sigismondo Pandolfo Malatesta per i segni zodiacali, come testimonia la Cappella dei Pianeti nel Tempio Malatestiano di Rimini. Il testo descrive l’universo e le costellazioni visibili, rappresentate da suggestive miniature, che gli studiosi ricollegano alla maniera del maestro del De civitate Dei di Cesena: figure antropomorfe e zoomorfe appaiono abbigliate secondo la moda dell’epoca e arrichite con la segnatura delle stelle in rosso.