Adorazione del Bambino con la Vergine, Angeli, San Giovannino, San Giuseppe e le stimmate di San Francesco

Adorazione del Bambino con la Vergine, Angeli, San Giovannino, San Giuseppe e le stimmate di San Francesco | Crédit AgricoleAdorazione del Bambino con la Vergine, Angeli, San Giovannino, San Giuseppe e le stimmate di San Francesco | Crédit AgricoleAdorazione del Bambino con la Vergine, Angeli, San Giovannino, San Giuseppe e le stimmate di San Francesco | Crédit Agricole
Autore
Jacopo Del Sellaio
Data
II metà del XV secolo
Tecnica e supporto
Tempera su tavola
Dimensioni
Diametro 100cm
Collezione
Cassa di Risparmio di San Miniato
Ubicazione
San Miniato

Il pittore Jacopo del Sellaio (Firenze 1441 – 1493) deve il suo soprannome, Sellaio, al mestiere del padre, Arcangelo di Jacopo. Ricordato dal Vasari come allievo di Filippo Lippi (fra’ Filippo), fu anche influenzato dallo stile di Botticelli e, in qualche misura, da quella del Ghirlandaio. Oltre a solenni quadri d’altare, realizzò anche una serie di tavole raffiguranti la Madonna inginocchiata in adorazione di Gesù Bambino, come questa di San Miniato. 

Focus opera

Nel tondo è raffigurata la Vergine Maria inginocchiata, in segno di contemplazione, davanti al Bambino Gesù: un angelo, che nella mano sinistra reca un giglio e un cartiglio pentagrammato, sorregge con le sue ginocchia il dorso del Bambino che protende le gambe sulla veste color porpora della Madre, rivolgendole lo sguardo. Alla sinistra della Vergine è raffigurato San Giovannino con le mani incrociate sul petto e un cartiglio che recita “Agnus Dei” attestandone l’attributo di precursore di Gesù. Sul lato destro della composizione, dietro alla Madonna, è rappresentato San Giuseppe con gli occhi chiusi e il capo chino in atteggiamento meditabondo. Lo sfondo è suddiviso da una sorta di elemento architettonico squadrato: a sinistra si distende un paesaggio caratterizzato, in primo piano, da una città fortificata e turrita, con montagne in lontananza; a destra è raffigurato San Francesco mentre riceve le stimmate da Cristo in sembianze di serafino crocefisso sul monte de La Verna. 
Come ebbe modo di osservare il Santi: “l'opera rappresenta un tipico esempio di scuola fiorentina della fine del Quattrocento; in questa tavola si ritrovano citazioni lippesche, come, per esempio, nella posa e nella figura del Bambino; negli altri personaggi si scorge una maggiore influenza botticelliana, sebbene qui il linearismo appaia meno accentuato. Il San Giuseppe, invece, è influenzato dallo stile del Ghirlandaio e questa eco risulta piuttosto frequente nel Sellaio già a partire dal 1480, soprattutto per le forme più volumetriche. Infine, la presenza marginale di San Francesco si configura quale una sorta di firma di Jacopo del Sellaio”.