Madonna con Bambino e angeli

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Autore
Lo Scheggia (Giovanni di Ser Giovanni detto)
Data
Metà XV sec.
Tecnica e supporto
Tempera e oro su tavola
Dimensioni
61 x 41,9 cm
Collezione
Cassa di Risparmio di San Miniato
Ubicazione
San Miniato

Giovanni di Ser Giovanni, detto Lo Scheggia (1406 - 1486) ebbe una vita e una carriera straordinariamente lunga per i canoni del tempo. Egli fu fratello del celebre pittore Tommaso meglio noto come Masaccio (1401 - 1429). 

Giovanni deve il proprio soprannome alla professione di famiglia esercitata già dal nonno Simone di Andreuccio dal fratello Lorenzo: titolari di un’avviata bottega artigiana che secondo la terminologia del tempo venivano chiamati «legnaioli» o «cassai». 

L'apprendistato di Giovanni dovette compiersi presso la bottega di Bicci di Lorenzo a Firenze, anche se nelle tavole e negli affreschi più antichi del suo catalogo, è evidente la fascinazione verso i modi del fratello in particolare le potenti volumetrie e gli efficaci chiaroscuri degli affreschi masacceschi del Carmine e di S. Maria Novella. 

Considerato questo fatale legame familiare, non deve stupire che la figura del Lo Scheggia abbia faticato ad emergere e trovare una propria autonomia biografica attraverso i secoli. Per primo ne fa cenno Filippo Baldinucci (1624 – 1696), ma il merito di aver cominciato a chiarire molti aspetti del suo catalogo lo si deve al Bellosi (1969) che circoscrive e attribuisce a Giovanni, su base stilistica, un gruppo di opere che già da tempo alcuni storici dell'arte avevano individuato come coerenti e simili tra loro. Nel 1430, Lo Scheggia risulta iscritto alla Compagnia di S. Luca e dal 1432 affiliato all'arte dei maestri di pietra e legname, nelle cui matricole viene indicato come "forzerinaio e dipintore", il che dimostra viva consapevolezza dei propri limiti tecnico-artistici, ma pure l’intelligenza di sapersi ricollocarsi in un cluster occupazionale piuttosto redditizio, quello della pittura profana per interni domestici ovvero la decorazione di cassoni, forzieri, spalliere, ritratti. 

Egli tuttavia non abbandonò mai del tutto la realizzazione di opere sacre in scala più monumentale, declinando le suggestioni masaccesche e gli echi di Domenico Veneziano e Andrea Del Castagno in chiave decisamente popolaresca.

Focus sull'opera

Il dipinto Madonna con Bambino e angeli musicanti è caratterizzata da una grevità stilistica che viene sottolineata dai marcatissimi tratti fisiognomici dei personaggi, nonché dal tabernacolo che circoscrive il gruppo, impreziosito da pesanti dorature a guazzo (un tipo di colore a tempera reso più pesante e opaco con l'aggiunta di un pigmento bianco mescolato con la gomma arabica) e tanto ricco di specchiature, fregi e lesene. 

Notevole l’organizzazione prospettica della scena, che sembra essere contraddetta dal mancato rispetto delle proporzioni tra la Vergine, il Bambino e il gruppo degli angeli – due musicanti e altri quattro che fanno capolino tra le colonnine tortili – che, per motivi di ordine gerarchico, appaiono più piccoli del naturale, come da tradizione tardogotica.