Cristo in Pietà

Cristo in Pietà | Crédit AgricoleCristo in Pietà | Crédit AgricoleCristo in Pietà | Crédit Agricole
Cristo in Pietà | Crédit Agricole
Ecce Homo | Crédit AgricoleEcce Homo | Crédit Agricole
Autore
Pittore bolognese (?)
Data
XIV - XV sec.
Tecnica e supporto
Tempera su tela
Dimensioni
104 x 87 cm
Collezione
Caricesena
Ubicazione
Faenza

Questi tre dipinti, prossimi per soggetto e cronologia, formano un piccolo nucleo omogeneo principalmente per ragioni collegate alla loro genesi. Difatti, furono dipinti probabilmente all’indomani della data di fondazione del Monte di Pietà di Faenza nel 1491. 

I Monti di Pietà nacquero numerosi nella Penisola su ispirazione delle prediche di S. Bernardino da Siena e per devozione alla figura del Cristo in Pietà anche detto Ecce Homo. Questo tema iconografico, a carattere puramente devozionale e non narrativo, intende spingere i fedeli a meditare sulle sofferenze del Cristo rappresentato mentre emerge dal sepolcro attorniato dai simboli della Passione. Che il Monte di Pietà di Faenza abbia dato origine a opere così eterogenee come stile ed influenza non deve stupire considerato il policentrismo culturale che caratterizzava la Romagna sul far del Rinascimento e le vicende legate alla famiglia Manfredi, all’epoca molto precaria dal punto di vista dinastico, che avrebbe dominato la città solo fino al 1501. 

Infatti, Faenza, durante il declino della stirpe manfrediana, era intenta a trovare riferimenti politici, economici e culturali alternativi. Non deve quindi stupire che il Monte di Pietà avesse deciso di rivolgersi al pittore fiorentino Biagio d'Antonio (1445-1510) per la realizzazione di questo Ecce Homo

ECCE HOMO - BIAGIO D'ANTONIO TUCCI

La prima opera, l'Ecce Homo di Biagio D'Antonio Tucci, si poggia su una tavola qualificata da un’ottima carpenteria, che ha permesso anche alla cornice dorata, dipinta e modanata, di conservarsi nei secoli. Questa appare prossima ai modi della bottega del Verrocchio per indirizzo stilistico complessivo e caratterizzazione dei dati fisiognomici.

La composizione, nitida ed elegante, mostra un Cristo in atteggiamento contemplativo, fiancheggiato da due angeli recanti i simboli della Passione: sul sepolcro marmoreo sono disposti, ordinatamente, il martello e la tenaglia della crocifissione.

 

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ECCE HOMO - PITTORE ANONIMO FAENTINO

Appare illuminante, a questo punto, il confronto con l’Ecce Homo dell'anonimo faentino, che mostra pressappoco la stessa inquadratura di scena, qui immersa in un silenzio desolante, dove il Cristo più che assorto appare languente, e dove l’uso del colore a olio va a enfatizzare l’atmosfera funebre e raffinatamente levigata che pervade l’intera opera.

I numerosi particolari decorativi presenti nell’opera – i flagelli con le loro eleganti volute asimmetriche e le venature screziate dei marmi del sarcofago – ne fanno una tavola di astratta e inquietante eleganza formale.

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ECCE HOMO - PITTORE ANONIMO BOLOGNESE

Dipinta a tempera grassa su tela di lino, si costituisce quale stendardo devozionale.
Il Cristo patiens, dagli occhi socchiusi e le braccia aperte, è attorniato da Maria e San Giovanni Evangelista, colti nell’atto di coprire con un sudario il corpo martirizzato del Salvatore. Un nembo, trapuntato di cherubini dai toni aranciati, divide questa scena da quella inferiore, individuando una sorta di predella dove è tracciato uno stupefacente skyline della città di Faenza, vegliata dai Santi Pietro, Francesco e Girolamo.

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