Gruppo del Bernina

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Autore
Luca Conca
Data
2010
Tecnica e supporto
Olio su tela
Dimensioni
180 x 130 cm
Collezione
Creval
Ubicazione
Sondrio

Diplomato in pittura all’Accademia di Belle Arti di Brera nel 1998, Luca Conca si è rivelato essere uno dei più interessanti pittori di paesaggio contemporanei: stabilitosi definitivamente in Valtellina nel 2000, da allora le sue composizioni sono state spesso influenzate dalla presenza suggestiva e imponente delle Alpi centrali.

Focus sull'opera

Il ciclo di opere a cui appartiene “Gruppo del Bernina” è stato ispirato dalle fotografie di Alfredo Corti (1880-1973), straordinaria figura di accademico d’origine valtellinese che, agli inizi del secolo scorso, si è impegnato in una sistematica e scrupolosa esplorazione dei gruppi montuosi del comprensorio valtellinese, spaziando dalle grandi vette del Bernina fino a gruppi meno conosciuti, come i monti della Val Grosina e delle Alpi Orobie. Queste ricognizioni sono state documentate attraverso ampie campagne fotografiche realizzate da Corti stesso, consegnando così ai posteri e agli appassionati di alpinismo un’impareggiabile ed estremamente vario repertorio di vedute d’alta quota.

Appassionato di montagna pur non essendo un alpinista, Luca ha intuito la presenza, in questi scatti, di un potenziale figurativo e iconografico che poteva essere distillato attraverso il medium pittorico: iniziava così il suo personalissimo trekking artistico attraverso la doppia anima della montagna. L’abolizione del colore in favore di una minimale e sontuosa scala di grigi colloca quest’opera a metà strada “tra sintesi e copia”, come dichiarato dall’artista stesso.

La particolare inquadratura della foto di Corti a cui il dipinto si ispira mostra il Gruppo del Bernina riflesso nelle acque immobili del Laghetto delle Forbici, dove l’orizzonte lacustre divide nettamente l’immagine in due piani identici. Nell’interpretazione di Luca, veduta reale e riflesso nell’acqua si distinguono appena, suggerendogli così di appendere il dipinto verticalmente e trasformarlo in una sorta di macchia di Rorschach, dove il panorama - forse troppo classico - si dissolve in una narrazione cifrata del reale.