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Vino italiano: nel 2023 export in leggero calo

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Un calo dell’1% a volume e dello 0,8% a valore rispetto al 2022. È il bilancio per l'export di vino italiano nel 2023. Tra gennaio e dicembre hanno varcato i confini nazionali 21,4 milioni di ettolitri che hanno generato un fatturato di poco meno di 7,8 miliardi di euro. I numeri mettono in evidenza una divaricazione netta tra i risultati nei mercati dell’Ue a 27 (+5,6% a volume e +4,1% a valore) ed extra Ue (-7,5% a volume e -4% a valore). Nonostante il calo, nel 2023 l'Italia ha però confermato la leadership nei volumi esportati, con la Spagna scesa a poco più di 20 milioni di ettolitri (-4,1%).
 
Le cifre sono dell'Osservatorio Uiv-Ismea su base Istat. Quello dello scorso anno è stato il terzo bilancio annuale negativo registrato nel nuovo millennio, dopo quelli generati dalla crisi economico-finanziaria del 2009 e dagli effetti delle restrizioni al movimento delle persone a causa della pandemia da covid-19 nel 2020. Ma, avverte l'Osservatorio, il dato di quest'anno evidenzia difficoltà determinate non solo da variabili congiunturali, bensì anche da fattori strutturali, che sembrano accomunare tutti i principali Paesi produttori.
Al risultato ha contribuito in particolare la diminuzione delle vendite nei cinque Paesi dove le bottiglie italiane sono più apprezzate, ad eccezione della Germania che, grazie soprattutto alla performance dello sfuso, ha chiuso con un +8,4% in volume rispetto al 2022. Male invece le esportazioni negli Stati Uniti, con un tendenziale -9,1%, nel Regno Unito (-1,8%), Svizzera (-3,6%) e Canada (-11,3%). Bene la Francia (+6,7%), a fronte di una forte contrazione in Giappone (-13,4%) e Cina (-22,3%).
 
A soffrire di più lo scorso anno è stato il mercato dei vini fermi a denominazione in bottiglia: Dop (-6,2%) e Igp (-4,3%). In particolare, in linea con le tendenze mondiali, hanno visto diminuire le richieste i rossi, scesi dell'8% per le Dop e del 6% per le Igp. Difficoltà evidenziata anche dal calo delle esportazioni di vini comuni in bottiglia (-9%). A livello regionale -12,5% per i rossi Dop veneti; -10,5% per i toscani; -5,5% per i piemontesi.
Per quanto riguarda i bianchi Dop a -4,7%, Igp a -1,3%. Gli Usa hanno chiuso a -5%, controbilanciati dal +3% del Regno Unito (dove però sono andati molto male i veneti Dop, a -10%) e dal +2% dei Paesi Bassi. Stazionaria la Germania. Per contro, il 2023 si è distinto per un forte incremento di vendite all’estero di vini sfusi (+12%), destinati soprattutto alla Germania, la cui incidenza sulla tipologia ha pesato per quasi 2/3 delle esportazioni.
 
Dopo molti anni di crescita (+223% dal 2010 a oggi), gli spumanti hanno ceduto il 2,3% in volume (-1,7% per il Prosecco), e guadagnato il 3,3% a valore (Prosecco a +5,4%), grazie all’inflazione che ha favorito l'ascesa dei prezzi. Per lo spumante italiano il 2023 ha visto la caduta in volume nei primi due mercati mondiali (Usa -12%, Regno Unito -4,4%), ma anche una buona crescita nell'Est Europa e un +25% in Francia. Risultato, fa sapere l’Osservatorio, a cui ha contribuito l'effetto sostituzione dello Champagne con il Prosecco (+21%), dovuto anche dal minor potere di acquisto dei consumatori transalpini.