Piani Individuali di Risparmio: Pianifica, Investi e Raccogli i frutti dell’investimento
Con l'aumento delle aspettative di vita diventa cruciale adottare una strategia per accrescere il capitale. Con i PIR si investe nelle aziende italiane e si partecipa al potenziale di crescita del mercato italiano. E in più si beneficia di interessanti vantaggi fiscali.
Introdotti nel 2017 per veicolare i risparmi verso le imprese italiane, in particolare di piccola e media dimensione, i Piani Individuali di Risparmio (P.I.R), si sono guadagnati i riflettori grazie ai benefici fiscali che riconoscono.
Ma questi prodotti possono svolgere anche un’importante funzione per il portafoglio dei risparmiatori. Se l’investimento avviene seguendo un’efficiente pianificazione finanziaria, i PIR possono contribuire a far crescere il capitale, indispensabile per mantenere il tenore di vita adeguato alle proprie necessità. Con l’allungamento dell’età media, valorizzare i propri risparmi diventa una priorità decisiva per soddisfare un articolato set di bisogni in un arco di tempo ben più lungo.
PIR: investi nelle aziende italiane e nel futuro
I Piani Individuali di Risparmio (P.I.R) sono una forma di investimento finanziario che unisce finanza ed economia reale, convogliando il flusso degli investimenti dei risparmiatori italiani verso le imprese di piccola e media capitalizzazione, alla ricerca di canali di finanziamento alternativi a quelli bancari.
Per rimanere competitive e crescere le aziende italiane oggi devono affrontare la grande sfida della twin[TF(1] transition, una doppia transizione che unisce la trasformazione digitale a quella ecologica, modernizzando i processi produttivi attraverso lo sviluppo di soluzioni più sostenibili. Due transizioni, dunque, che procedono affiancate e che, se gestite in modo integrato, possono rafforzarsi l’una con l’altra.
Fin dalla sua candidatura, Ursula von der Leyen ha messo al centro della sua agenda il tema della twin transition. Attraverso il Green New Deal europeo, l’Europa ha stanziato un piano da almeno 1000 miliardi di euro in investimenti sostenibili nei prossimi 10 anni. In questo contesto le tecnologie digitali possono giocare un ruolo chiave. In particolare, l’utilizzo di piattaforme tecnologiche permette un consumo più efficiente delle risorse e una migliore flessibilità dei sistemi e delle infrastrutture di comunicazione.
Un ruolo importante per incoraggiare e sostenere le aziende in questo processo di grande trasformazione ecologica e digitale lo svolgono gli asset manager particolarmente attivi nell’attività di engagement. Grazie ad un costante e regolare dialogo con il management delle aziende, possono influenzare positivamente le loro strategie in ambito ambientale, sociale e di governance, aiutandole a costruire modelli di business più forti e resilienti.
Anche i risparmiatori possono contribuire a supportare questa profonda trasformazione, finanziando le imprese più virtuose e partecipando così anche al potenziale di crescita delle aziende italiane e del Made in Italy.
Diversi sono i settori in cui le aziende italiane spiccano per qualità, innovazione ed eccellenza: dal settore della meccanica, all’automotive, al settore aerospaziale, al design e all’architettura, alla moda e tessuti, ceramica, agroalimentare e molti altri.
Con un PIL di 2.085 mld di euro, 3° economia nell’Unione Europea e 10° nel mondo, l'Italia presenta il secondo tessuto industriale più grande dell'UE e nel periodo post pandemico ha dimostrato grande resilienza1. Nel 2021 l’Italia ha adottato il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (2021-2026), il più grande e ambizioso piano nazionale a livello europeo nel quadro dell’iniziativa NextGenerationEU. Il Piano ridefinisce il futuro dell'Italia attraverso investimenti in ricerca e sviluppo all'avanguardia, il potenziamento della capacità produttiva nelle catene del valore strategiche e il potenziamento dei nostri sistemi educativi, sanitari e delle infrastrutture.
PIR: in cosa investono
Per i PIR, sono previste due condizioni volte a garantire che una quota rilevante dei fondi sia investita in società italiane e, in particolare, in società di dimensioni non elevate:
- almeno il 70% del capitale deve essere investito in strumenti finanziari emessi da imprese italiane o europee con stabile organizzazione in Italia,
- di questo 70%, almeno il 25% in PMI non quotate sull'indice FTSE MIB e almeno il 5% in PMI non quotate sugli indici FTSE MIB e FTSE Italia Mid Cap.
Inoltre, è previsto che un PIR non possa investire più del 10% su una singola società emittente.
Dal 2022 i limiti massimi di investimento per ottenere l’esenzione fiscale, sono stati portati a 40.000 euro all'anno entro un limite complessivo di 200.000 euro.
Le regole impongono infine al risparmiatore di mantenere l'investimento nel PIR per almeno cinque anni per poter beneficiare di vantaggi fiscali.
Con il beneficio fiscale la performance lorda diventa netta
I PIR godono di un trattamento fiscale di maggior favore rispetto alle altre forme di investimento, se si rispetta il limite temporale di detenzione di almeno 5 anni, ovvero l’esenzione totale dall’imposta sui redditi finanziari e l’esenzione dell’imposta di successione.
Perché è importante affidarsi al proprio consulente
Fin qui i numerosi ed interessanti vantaggi che i Piani Individuali di Risparmio riconoscono, e che li rendono utili e strategici per la propria pianificazione finanziaria, sia in termini di diversificazione del patrimonio complessivo, sia per una più efficace ottimizzazione fiscale.
Come per ogni strumento finanziario, però, è sempre molto importante considerarne i rischi, legati ad esempio a possibili perdite, ai costi di smobilizzo dell'investimento e alla mancata applicazione del beneficio fiscale, in caso di vendita antecedente ai 5 anni, o di mancata osservanza delle regole previste dalla normativa, nel caso si scelga la modalità del PIR "fai da te".
Per questo è sempre raccomandabile rivolgersi ad un consulente in grado di assisterci e guidarci a prendere decisioni consapevoli e adeguate alle proprie necessità.
- Fonte: https://www.investinitaly.gov.it/perche-investire-italia, dato a fine 2023