La Twin Transition: il doppio binario della rivoluzione green e digitale
Twin Transition: ne hai mai sentito parlare? Negli ultimi anni questo concetto ha guadagnato una crescente attenzione, anche nel mondo della finanza e degli investimenti. Si tratta della doppia transizione che combina la rivoluzione “verde” e quella digitale. E che rappresenta una sfida e un’opportunità senza precedenti non solo per le aziende, ma anche per gli investitori.
Twin Transition: ne hai mai sentito parlare? Negli ultimi anni questo concetto ha guadagnato una crescente attenzione, anche nel mondo della finanza e degli investimenti. Si tratta della doppia transizione che combina la rivoluzione “verde” e quella digitale. E che rappresenta una sfida e un’opportunità senza precedenti non solo per le aziende, ma anche per gli investitori.
Due transizioni, dunque, che procedono affiancate e che, se gestite in modo integrato, possono rafforzarsi l’una con l’altra. Se infatti da una parte la sostenibilità è diventata un imperativo, dall’altra la trasformazione digitale è la via per raggiungere anche gli ambiziosi traguardi di riduzione delle emissioni di carbonio e di una più efficiente gestione delle risorse.
La doppia sfida della Twin Transition
La transizione green si pone l’obiettivo di migliorare la sostenibilità e contrastare il cambiamento climatico. L’Unione Europea sta già lavorando attivamente per ridurre il suo impatto sull’ambiente e nel 2023 ha messo a segno un calo delle emissioni del 15,5% rispetto al 2022[1]: per fare la sua parte nella lotta al climate change, ha messo a punto il cosiddetto Green Deal, che punta a rendere il Vecchio Continente climaticamente neutro entro il 2050, a rilanciare l’economia grazie alla tecnologia verde, a creare industrie e trasporti sostenibili e a ridurre l’inquinamento[2].
In un decennio decisivo per l’azione contro il cambiamento climatico, la digitalizzazione può giocare un ruolo cruciale nel supportare una crescita sostenibile.
Tecnologie avanzate come l’Intelligenza Artificiale, l’Internet of Things (IoT) e la blockchain possono consentire di ottimizzare i processi aziendali, ridurre i costi operativi e gli impatti sull’ambiente.
Nel settore agricolo, per esempio, l’intelligenza artificiale può contribuire a migliorare le produttività complessiva grazie a somministrazioni più accurate di acqua o l’ottimizzazione dell’utilizzo di fertilizzanti e pesticidi.
Nel settore della mobilità e nei trasporti, simulazioni e previsioni sempre più precise possono aiutare a ottimizzare i flussi di traffico per limitare la congestione e l’inquinamento[3].
Insomma, le priorità green possono stimolare in ambito tecnologico la ricerca di soluzioni che minimizzino l’impatto ambientale.
Affinché si inneschi questo circolo virtuoso, tuttavia, è necessario un impegno tempestivo e significativo non solo da parte delle istituzioni, ma anche delle imprese. Queste ultime, del resto, dovranno necessariamente fare proprio il cambiamento, ponendo un’attenzione sempre maggiore su tecnologia e sostenibilità, se vorranno restare competitive in un mondo in profonda trasformazione.
Doppia transizione: a che punto è l’Italia?
Per rimanere competitive e crescere, quindi, le aziende devono guardare al futuro e partecipare all’evoluzione. Come si posizionano le imprese italiane in tal senso? Secondo una recente ricerca dell’Osservatorio Innovazione Digitale nelle PMI del Politecnico di Milano[4], il 76% delle imprese indica la transizione green come un obiettivo prioritario per l’azienda.
Se guardiamo all’anno appena trascorso, il 33% delle piccole e medie imprese italiane ha aumentato gli investimenti diretti per la trasformazione digitale, segno di una maggiore consapevolezza sulla loro rilevanza, a fronte di un 4% che li ha ridotti. La piccola e media impresa italiana, insomma, crede nella Twin Transition, con il 57% delle aziende che già adopera strumenti digitali per perseguire obiettivi di sostenibilità ambientale.
Ma come ogni altro cambiamento, anche questa transizione, per giunta doppia, ha un costo. E richiede importanti investimenti, il cui obiettivo è ottenere un vero e proprio cambio di paradigma: come vengono finanziati?
Sostenere la Twin Transition: come?
Nuove tecnologie che consentano una gestione più efficiente delle risorse. L’adozione di software per la gestione dell’energia. Sistemi di monitoraggio avanzati. Piattaforme di analisi dei dati. Migliori pratiche e tecnologie disponibili. Insomma, il “come” si può declinare in tanti modi. Ma per farlo, occorrono adeguate risorse finanziarie (e in questo ci vengono in aiuto anche i fondi messi a disposizione dal PNNR, il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza) e la consapevolezza da parte delle imprese che il processo di transizione è fondamentale per il futuro.
Un ruolo importante per accrescere la consapevolezza nelle imprese lo possono giocare gli asset manager. Tramite l’engagement, ovvero il dialogo attivo con le aziende, gli asset manager possono accompagnare e promuovere attivamente l’adozione di obiettivi di sostenibilità e affiancare le aziende nella transizione verso modelli di business più innovativi e sostenibili. Non solo. In questo percorso verso la sostenibilità, svolgono inoltre un ruolo cruciale selezionando nei propri portafogli di investimento le imprese più virtuose, finanziando quelle che hanno abbracciato il cambiamento.
Anche gli investitori possono contribuire a questa profonda trasformazione e partecipare alla crescita di lungo termine offerta dalle aziende realmente sostenibili e innovative.
Molto importante in questa ricerca è affidarsi ad un consulente, un professionista attento alle esigenze finanziarie e al profilo di rischio di ogni cliente, in grado di individuare soluzioni di investimento più adeguate a ciascuno.