San Nicola da Tolentino
- Autore
- Lorenzo Di Bicci
- Data
- 1390 - 1395
- Tecnica e supporto
- Tempera e oro su tavola
- Dimensioni
- 177 x 60 cm
- Collezione
- Cassa di Risparmio di San Miniato
- Ubicazione
- San Miniato
Il soggetto dell'opera è San Nicola da Tolentino che nacque nel 1245 a Sant'Angelo in Pontano nella diocesi di Macerata. Ancora giovinetto, entrò nell’Ordine degli Eremitani di Sant'Agostino, per poi diventare sacerdote e predicatore itinerante. Dopo la morte, avvenuta nel 1305, i devoti lo ricordavano per la mitezza e l'ingenua semplicità: il processo di canonizzazione iniziò nel 1325 sotto Papa Giovanni XXII, ma si concluse soltanto nel 1446 con Papa Eugenio IV. Tuttavia, già dalla metà del 1300, il santo veniva raffigurato con l'aureola oppure con altri attributi caratteristici come il cesto di pane, il crocifisso, la stella posizionata sopra di lui o sul suo petto e ancora il giglio e il libro della Regola (quest'ultimi presenti nella tavola).
Lorenzo di Bicci, presunto autore dell’opera, è dichiarato come pittore già dal 1370. Egli avviò un'affermatissima bottega fino alla fine del Quattrocento, anche grazie alla produzione artistica del figlio Bicci di Lorenzo e del nipote Neri di Bicci. La sua formazione artistica dovette svolgersi in un ambito assai prossimo a quello di Jacopo di Cione, per poi rivolgersi verso l’ormai esausta tradizione orcagnesca rinvigorita dalle tendenze neogiottesche di fine secolo.
Focus sull'opera
I legami del pittore con l’ordine agostiniano possono dare anche ragione della commissione di questa tavola, dove il culto di San Nicola, ancora non canonizzato, era più vivo che altrove. Difatti, Miklos Boskovits (cfr. Pittura fiorentina alla vigilia del Rinascimento, Firenze 1975, p. 335) ha documentato l'appartenenza storica dell'opera a un periodo approssimativo tra il 1390 e il 1395.
Si ipotizza che l'opera appartenga allo sportello destro di un trittico, come si intuisce anche dalla cuspide, decorata da un ovale raffigurante la Vergine annunziata; difatti, in genere i trittici trecenteschi si completavano con la figura dell'Angelo sulla cuspide del pannello laterale corrispondente e con quella del Redentore o dell'Eterno benedicente su quello centrale.
La tavola si ritiene provenga dalla Collezione Matteotti di Milano ed era provvista di una predella con la Liberazione di un'anima dal Purgatorio ad opera di San Nicola.
Oltre ai tratti somatici del santo, ben caratterizzati e vivi grazie all’uso di un morbido chiaroscuro, si può notare la particolare eleganza della composizione, dove la figura di Nicola, quasi una silhouette, domina la superficie dorata appoggiando inverosimilmente i piedi su di un raffinato drappo in rosa antico arabescato.