Economia

Convegno Cariparma a Cibus

Un comparto, quello agroalimentare, messo a dura prova dalla crisi degli ultimi anni ma che sta mostrando segnali di ripresa, trainato dall’industria alimentare.
Questo lo scenario tratteggiato oggi dal convegno organizzato dal Gruppo Cariparma Crédit Agricole all’ultima edizione di CIBUS: “La valorizzazione delle filiere agroalimentari del Paese Italia”.

Raphael Gay , Responsabile della Direzione Agroalimentare del Gruppo, ha introdotto gli interventi di Roberto Monducci (Direttore del Dipartimento per i conti nazionali e le statistiche economiche dell'ISTAT), Denis Pantini (Responsabile Area di Ricerca Agricoltura e Industria Alimentare di Nomisma), Daniele Rossi (Direttore Generale di Federalimentare), Giuseppe Serino (Capo del Dipartimento delle politiche competitive, della qualità agroalimentare e della pesca del MIPAF).

La fotografia della filiera agroalimentare italiana scattata dal convegno denota numerosi  operatori, estrema polverizzazione dell'offerta produttiva e ridotta organizzazione commerciale delle imprese, poca capillarità di imprese agricole e alimentari di dimensioni medio-grandi, un grado di concentrazione nella fase distributiva ancora non allineato agli altri paesi europei.

"Una debolezza del mercato interno che può essere superata solo puntando all' export - ha sottolineato Roberto Monducci di Istat, che prosegue riconoscendo la correttezza degli strumenti per affrontare una corretta strategia di export delle PMI italiane.

"L'export italiano cresce, ma meno rispetto a quello di altri paesi tra cui gli stessi paesi emergenti, le cui economie sono in costante sviluppo e contribuiscono ad aumentare la domanda di beni alimentari” - dichiara Denis Pantini di Nomisma.
Alla luce di questo scenario Pantini tratteggia un futuro della filiera segnato dal rafforzamento delle relazioni tra agricoltura e industria alimentare.

Infatti, i prodotti Dop, in virtù del legame produttivo con aree definite, possono rappresentare leve importanti per lo sviluppo delle filiere e il mantenimento del valore aggiunto sul territorio, anche alla luce dell’elevato interesse ed apprezzamento che connota il “made in Italy”, sia sul mercato interno che all’estero.

Daniele Rossi di Federalimentare prosegue segnalando le due direttrici sulle quali si muovono le loro richieste al Governo:
da un lato si chiede che si continui a sostenere l’export, dall'altro si richiede di diminuire la pressione fiscale, soprattutto alla luce dell'attuale discussione sull’ipotetica tassa sui cosiddetti “cibi poco sani”, intervento discriminante per un comparto strategico all’interno dell’intera economia del Paese. 

Raphael Gay, Responsabile della Direzione Agroalimentare, precisa come tra le carenze strutturali del sistema Paese, si rilevano anche i costi che le aziende si trovano ad affrontare; tra questi il costo dell’energia che in Italia è decisamente superiore alla media europea e che si aggiunge alla forte pressione fiscale.
"Per il Gruppo Cariparma Crédit Agricole, player di riferimento per il comparto, tra il settore energetico e quello agroalimentare esiste una forte sinergia, ancora più evidente se si adotta un approccio di filiera, dalla materia prima al prodotto finito", conclude il Responsabile della Direzione Agroalimentare.



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