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Vendemmia, l’Italia torna sul tetto del mondo

Anche se i grappoli raccolti quest’anno restano molto al di sotto delle medie storiche (-12,8%), quella che sta per terminare è una vendemmia che riporta l’Italia sul gradino più alto del podio per quantità di vino prodotto: 41 milioni di ettolitri (+7% sul disastroso 2023).

Obiettivi

Anche se i grappoli raccolti quest’anno restano molto al di sotto delle medie storiche (-12,8%), quella che sta per terminare è una vendemmia che riporta l’Italia sul gradino più alto del podio per quantità di vino prodotto: 41 milioni di ettolitri (+7% sul disastroso 2023). A fornire le previsioni è stato l’Osservatorio Assoenologi, Ismea e Unione italiana vini (Uiv) che le ha presentate a Ortigia (SR) nell’ambito di Expo Divinazione in occasione del G7 Agricoltura. Secondo le imprese vitivinicole l’obiettivo ottimale stimato era tra i 43-45 milioni di ettolitri.

Nello scenario globale, la drastica contrazione della Francia (-18% rispetto al 2023) riconsegna all’Italia il primato produttivo mondiale. A contenere il potenziale produttivo nel nostro Paese è stato in gran parte il clima. Dalle piogge eccessive al Centro-Nord alla siccità nel Sud. Un’annata contenuta nelle quantità ma nel complesso di qualità buona, con alcune punte ottime, fanno sapere gli analisti della Uiv.

Le premesse per firmare un ottimo millesimo, nonostante le bizzarrie del tempo, ci sono tutte. Rispetto al 2023 l’indagine vendemmiale fotografa una sostanziale tenuta al Nord (+0,6%), accompagnata da una ripresa importante nel Centro (+29,1%) e al Sud (+15,5%) che, tuttavia, non bastano a riportare la produzione sui livelli di medio-periodo. Mentre Nord e Centro si discostano dalle medie quinquennali (2019-2023) rispettivamente del 5,3% e 5,4%, la performance dei vigneti di Sud e Isole si conferma in forte flessione, a -25,7%.  

Pur tenendo in considerazione le disomogeneità determinate dalle peculiarità dell’andamento climatico nei singoli areali, nel Nord Ovest si è assistito alla buona ripresa del Piemonte (+10%), a cui si è affiancata una riduzione dei volumi consistente in Lombardia (-30%), Valle d’Aosta (-20%) e, più lieve, in Liguria (-3%). Variegata la situazione nel Nord-Est dove, a una crescita moderata in Emilia-Romagna (+7%), si sommano la flessione del Trentino-Alto Adige (-12,4%) e la stabilità di Veneto e Friuli-Venezia Giulia. Più omogenea la situazione al Centro, caratterizzato da recuperi in doppia cifra rispetto alla scarsa produzione 2023, con Marche a +25% e Toscana, Umbria e Lazio a +30%. Al Sud, invece, si hanno incrementi significativi soprattutto in Abruzzo e Molise (rispettivamente +85% e +100% dopo il flagello della Peronospora dello scorso anno), seguiti da Basilicata e Campania (entrambe a +30%), Puglia (+18%) e Calabria (+10%). Segno meno, invece, per Sicilia (-16%) e Sardegna (-20%) a causa delle scarsissime precipitazioni. Con 11 milioni di ettolitri e una quota pari al 27% di tutto il raccolto della Penisola, il Veneto si conferma la principale regione produttiva italiana, seguita da Emilia-Romagna e Puglia con circa il 17%. Seguono Piemonte, Sicilia e Toscana. Per quanto concerne le tempistiche della vendemmia, la trasversalità dell’andamento climatico ha influenzato i tempi di raccolta in base alle varietà, alla tipologia, alla giacitura e alla disposizione dei terreni, fornendo uno scenario variegato. Al Sud, dove allo stress da carenza idrica si è aggiunto da maggio anche quello termico, il periodo della raccolta è stato anticipato, come al Centro e al Nord per le varietà precoci. Rientrano invece nelle medie stagionali le varietà tardive del Nord.

La siccità ha influito sicuramente in maniera negativa sui volumi, ma l’andamento delle temperature ha consentito una maturità fenolica completa che rappresenta il vero valore aggiunto di questa annata enologica. L’impatto del cambiamento climatico sul settore risulta evidente anche nello scenario europeo, con una produzione di vino nell’Ue ancora una volta inferiore alla media. A pesare sul bilancio produttivo i raccolti di Francia (-18% a 39,28 milioni di ettolitri), Germania (-2% a 8,40 milioni di ettolitri) e Portogallo (-8% a 6,90 milioni di ettolitri). In ripresa la produzione spagnola, che con 39,75 milioni di ettolitri registra un aumento del 20% sui volumi 2023 e scalza la Francia dalla seconda posizione in classifica.

Nonostante le difficili condizioni climatiche e l'aumento delle fitopatie in alcune aree, la qualità del raccolto rimane buona grazie all’eccellente lavoro dei viticoltori.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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