Demografia, l’Italia cambia: quali sfide per il sistema pensionistico?
La sfida demografica che l’Italia e l’Europa dovranno affrontare nei prossimi decenni richiede interventi mirati e coordinati. E una maggiore attenzione, da parte di ognuno di noi, verso le forme pensionistiche complementari per mantenere un adeguato tenore di vita per il futuro.
C’è una notizia buona e una meno buona. La buona notizia è che si è allungata la vita media: non solo si vive di più, ma si vive anche meglio: viaggiando, imparando, facendo ogni giorno nuove esperienze, avendo cura del proprio benessere complessivo. La notizia meno buona è che nascono meno bambini. Nessuna delle due, in realtà, suonerà come una vera notizia, perché è da tempo che si parla di invecchiamento della popolazione e di “culle vuote”.
Se torniamo sul tema è perché queste due tendenze, combinate, rappresentano una delle sfide più complesse per il futuro del nostro Paese. E del nostro bilancio pubblico. Un vero rompicapo per la sostenibilità del sistema previdenziale italiano. Basti pensare che l’INPS, l’Istituto Nazionale Previdenza Sociale, potrebbe arrivare a registrare un disavanzo di 20 miliardi di euro nel giro di dieci anni, come ha sottolineato il presidente del Consiglio di Vigilanza dell’Istituto, Roberto Ghiselli nel corso di un’audizione parlamentare 1.
Aumentano i pensionati, calano i lavoratori attivi
Nel 2023, la spesa pensionistica è aumentata raggiungendo i 304 miliardi di euro, con un rialzo del +7,4% rispetto all’anno precedente dovuto principalmente alla rivalutazione delle pensioni per contrastare l’aumento l’inflazione2.
Ad oggi, tuttavia, il bilancio tecnico dell’INPS è in equilibrio.Il vero nodo sono le proiezioni, che segnalano un significativo deterioramento nell’arco del prossimo decennio, con il passivo patrimoniale che potrebbe aumentare fino a 45 miliardi di euro entro il 20322.
Il problema centrale è il crescente disequilibrio tra il numero di pensionati e quello di lavoratori attivi. Secondo i dati dell’OCSE, l’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico, entro il 2050 gli individui over 65 costituiranno oltre il 35% della popolazione italiana, il che sottoporrà a ulteriore pressione il bilancio pubblico3. In questo contesto il rapporto tra pensionati e lavoratori potrebbe farsi ancor più sfavorevole, e la ragione è presto spiegata:
- un maggior numero di pensionati implica una maggiore quantità di persone che percepiscono la pensione e che, quindi, rappresentano un’uscita per il pubblico bilancio;
- per contro, meno giovani vuol dire meno persone in età da lavoro, e quindi meno contributi attivi (e perciò, una minor quantità di entrate nelle casse del bilancio pubblico), a fronte di un numero crescente di prestazioni pensionistiche da sostenere.
Il peso del calo delle nascite sul welfare
L’Italia, oggi, si colloca tra i Paesi europei con il più basso tasso di fertilità, pari a 1,2 figli per donna, insufficiente rispetto alla quota che sarebbe necessaria per un adeguato ricambio generazionale4 (2,1 figli per donna). Una tendenza demografica che mette in discussione la base contributiva del sistema previdenziale, ma non solo: è un serio punto interrogativo per la sostenibilità del welfare nel suo complesso.
Il quadro delineato impone una riflessione urgente sulle politiche da adottare per invertire questi trend negativi.
Ecco alcune delle soluzioni prospettate dagli esperti:
- rafforzare le politiche per il sostegno alla natalità;
- incentivare l’ingresso dei giovani nel mercato del lavoro;
- promuovere l’immigrazione come risorsa per riequilibrare la bilancia demografica e contributiva.
Il ruolo chiave delle forme pensionistiche complementari
La sfida demografica che l’Italia dovrà affrontare nei prossimi decenni richiede interventi mirati e coordinati. Solo attraverso un’azione decisa e lungimirante sarà possibile garantire la sostenibilità futura del sistema previdenziale e, più in generale, dei bilanci pubblici, evitando che le proiezioni attuali si trasformino in una realtà non certo semplice da gestire.
Ma è anche a livello personale che ognuno di noi dovrebbe riflettere sulla sostenibilità del proprio futuro pensionistico e cominciare a pensare ad attivare forme pensionistiche complementari utili per integrare l’assegno pensionistico futuro.
Come orientarsi? Come sempre accade, una risposta valida per tutti non esiste. È bene affrontare il tema con il proprio consulente di fiducia.
1 Fonte: La Repubblica, 21 giugno 2024
2 Fonte: La Repubblica, 21 giugno 2024
3 Fonte: Bilancio tecnico dell’INPS 2023
4 Fonte: Rapporto OCSE 2024 sulle proiezioni demografiche.
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