


Inflazione, prospettive di crescita, decisioni delle banche centrali, ma anche nuovi equilibri geopolitici e le sfide della transizione energetica: molti i temi da seguire con attenzione, con l’ausilio di una consulenza professionale.
Come sarà il 2024? Gli Stati Uniti potrebbero andare incontro a una lieve recessione nella prima metà dell’anno, mentre l’Eurozona dovrebbe continuare a registrare una crescita molto contenuta, così come il Giappone. Nei mercati emergenti l’Asia appare favorita, in particolar modo l’India. E la Cina? Complice il processo di riduzione del debito, potrebbe andare verso un rallentamento strutturale.
Le banche centrali delle economie avanzate, naturalmente, rimarranno sotto i riflettori: ci si attende che per il primo semestre mantengano i tassi invariati, per poi ridurli quando avranno la conferma di un’inflazione sotto controllo.
Ora, la domanda è: cosa può significare tutto questo per gli investitori? Ci arriviamo. Prima, però, è utile fare una panoramica degli scenari che si profilano all’orizzonte.
Posto che la crisi mediorientale resti circoscritta a livello regionale, appare probabile che nell’anno si registri un indebolimento dell’economia mondiale dovuto soprattutto al rallentamento congiunturale dei mercati sviluppati.
In particolare:
Una grande riallocazione, fenomeni come il friend/near-shoring (la rilocalizzazione della produzione in un Paese amico o nel Paese d’origine), la conseguente riduzione dei fattori di rischio nelle catene di fornitura, così come le emissioni nette zero o la transizione/trasformazione tecnologica potrebbero continuare a dirigere i flussi di investimenti verso l’Asia.
Le prospettive economiche dell’India appaiono ancora positive, grazie al vigore della domanda interna e degli investimenti. In Cina il mutamento strutturale delle politiche del governo e la riduzione dell’indebitamento continueranno a fare il loro corso e nel 2025 la crescita del PIL rallenterà verso l’obiettivo del 3%-3,5%.
Entro la fine del 2024, una domanda più debole potrebbe far sì che l’inflazione converga verso gli obiettivi stabiliti dalle banche centrali, sempre che non si verifichi un forte shock energetico. In un’epoca di transizione energetica disordinata e di riassetto mondiale, tra conflitti locali, aumento delle misure protezionistiche ed eventi climatici inattesi, i rischi inflazionistici rimangono infatti orientati al rialzo.
A proposito di transizione energetica, gli investimenti continuano a iscriversi in un quadro dominato da risorse di bilancio limitate.
Quanto al riallineamento geopolitico, è probabile che nel 2024 si acuiscano le tensioni e aumenti il protezionismo: questo quadro favorirà i Paesi al centro delle nuove rotte delle catene di fornitura in Asia, ma anche i Paesi ricchi di risorse naturali, come quelli dell’America Latina.
Cominciamo col dire che dalla forte disparità tra valutazioni e dalla riduzione della liquidità in eccesso potrebbe derivare un incremento della volatilità azionaria. Ciò premesso, è bene tener conto di una serie di fattori.
Visti gli elevati livelli di debito e la normalizzazione dei bilanci delle banche centrali, i mercati dovranno assorbire una maggiore quantità di obbligazioni. I rendimenti, ai massimi degli ultimi anni, potrebbero attirare gli investitori di lungo periodo disposti a ricaricare il motore del reddito dei loro portafogli. Aggiungere duration e privilegiare obbligazioni di qualità elevata saranno due elementi fondamentali.
Nel primo semestre le obbligazioni High Yield statunitensi potrebbero finire sotto pressione a causa degli elevati costi di rifinanziamento, per poi tornare in auge nel secondo semestre, quando le condizioni finanziarie si allenteranno. Le obbligazioni High Yield a breve termine in euro saranno interessanti già nel primo semestre. Nel 2024 si dovrà prestare grande attenzione anche alla gestione valutaria in previsione di un dollaro più debole.
Per quanto riguarda l’obbligazionario emergente, il debito in valuta forte è il favorito all’inizio dell’anno, mentre si consiglia di non perdere di vista il debito in valuta locale in prossimità della svolta della politica monetaria della Fed. La ripresa degli utili potrebbe supportare i titoli azionari, soprattutto in Asia.
In generale, a livello azionario, appare consigliabile privilegiare i titoli Value negli Stati Uniti e in Giappone e i dividendi sostenibili a livello globale e orientarsi in seguito verso mercati e settori più ciclici come l’Europa. La transizione energetica, la sanità, strategie di investimento del capitale e l’intelligenza artificiale saranno temi da tenere d’occhio.
Gli investimenti nella transizione energetica potrebbero registrare un’accelerazione nei mercati emergenti, con il settore privato che svolgerà un ruolo chiave.
Nell’azionario, attenzione alla decarbonizzazione degli edifici, alla riduzione dello spreco alimentare, all’agricoltura sostenibile e alle tecnologie che possono agevolare la transizione. Anche le infrastrutture legate alla transizione energetica potrebbero beneficiare del supporto dei governi.
Tra i temi su cui concentrarsi – con l’ausilio di una consulenza professionale che non dovrebbe mai mancare, per una corretta pianificazione finanziaria supportata dai Piano d’accumulo non bisogna infine dimenticare la biodiversità nel credito e i finanziamenti privati legati alla sostenibilità del debito.