Acqua, da risorsa vitale a opportunità di investimento | Crédit AgricoleAcqua, da risorsa vitale a opportunità di investimento | Crédit AgricoleAcqua, da risorsa vitale a opportunità di investimento | Crédit Agricole
Trend d'investimento

Acqua, da risorsa vitale a opportunità di investimento

La scarsità idrica è una minaccia reale. Paesi e aziende iniziano a capirlo e a investire sulla gestione dell’acqua: un megatrend da tenere d’occhio.
mercatiinvestimentosostenibilità

L’acqua è un bene prezioso. Quante volte lo abbiamo sentito dire?

Abituati come siamo a dover solo aprire il rubinetto di casa per avere accesso ad acqua potabile a volontà, è probabile che facciamo un po’ fatica a percepire a fondo la sfida della scarsità idrica. Ma in molte regioni tropicali o aride, la mancanza d’acqua è già un problema.

Prevenire è meglio che curare: i numeri dell’acqua

Secondo l’ONU, entro il 2030 la domanda d’acqua supererà l’offerta del 40% e metà della popolazione mondiale dovrà affrontare il tema del cosiddetto “stress idrico”.

Già oggi, stando all’Unicef, 2,2 miliardi di persone non hanno accesso all’acqua potabile e 4,2 miliardi di persone non dispongono di servizi igienici adeguati. Tanto che il sesto Obiettivo di Sviluppo Sostenibile delle Nazioni Unite è dedicato proprio a questo: garantire a tutti la disponibilità e la gestione sostenibile dell’acqua e delle strutture igienico-sanitarie.

Del resto, l’acqua è una risorsa essenziale quanto limitata. Sebbene occupi ben il 74% della superficie terrestre, infatti, soltanto il 3% della copertura idrica è costituito da acqua dolce (la metà, tra l’altro, intrappolata nei ghiacciai). Di questo 3%, il 30% viene utilizzato in ambito industriale e per i consumi personali, mentre ben il 70% viene impiegato nel settore agricolo.

Il cambiamento climatico influisce non solo sulla quantità di acqua dolce disponibile, con precipitazioni imprevedibili e tendenzialmente meno frequenti, ma anche sulla qualità: l’aumento delle temperature, infatti, riduce la quantità di ossigeno nell’acqua, uno dei principali indicatori della sua qualità. Senza considerare che l’innalzamento del livello del mare rischia di rendere salati svariati preziosi bacini di acqua dolce.

Insomma: ci sono vari fronti sui quali mettersi subito al lavoro.

Ma, per fortuna, con un po’ di buon senso e con la dovuta lungimiranza, la soluzione c’è: si chiama “water management”.

L’importanza di una buona gestione: il water management

Come stiamo gestendo questo bene prezioso definito da qualcuno “il nuovo petrolio”?

Il water management sta prendendo piede presso i governi di diversi Paesi e anche nei vertici dirigenziali delle multinazionali (che pian piano si stanno attrezzando con programmi e investimenti dedicati a una gestione più efficiente ed ecologica dell’acqua.

La sfida sarà rendere la gestione di questa risorsa e l’accesso ad essa sempre più efficiente, all’insegna del risparmio e del recupero.

Urapporto pubblicato dall’OCSE sottolinea come entro il 2030 la maggior parte degli investimenti dei Paesi si concentreranno proprio nelle infrastrutture idriche, per un ammontare di circa 17,7 trilioni di dollari.

Acqua: un Megatrend interessante anche per chi investe

Per chi investe, dunque, la gestione dell’acqua – uno di quei Megatrend di lunghissimo periodo che portano a modifiche strutturali della nostra società – potrebbe aprire opportunità interessanti.

L’indice rappresentativo del settore su scala globale, l’S&P Global Water Index, è cresciuto in linea con il mercato azionario nell’ultimo decennio, con un rendimento medio annuo – in dollari – dell’8,12% e una performance di oltre il 10% negli ultimi tre anni.

Per chi volesse investire sul tema idrico, una possibilità potrebbe essere la sottoscrizione di un fondo comune d’investimento. A livello globale, secondo i dati Morningstar, ci sono circa 65 fondi dedicati all’acqua con circa 35 miliardi di dollari di asset in gestione. Ma ci sono molti modi per dire che si sta investendo nell’acqua. Cosa significa questo? 

È sempre e comunque bene evitare il “fai-da-te”

Significa che l’universo è estremamente ampio e il rischio è che il reale collegamento con la gestione dell’acqua sia piuttosto vago.

Questo non significa che non esistano prodotti interessanti per investire sul tema dell’acqua. Semplicemente, bisogna saper scegliere con cura. E, soprattutto, evitare il “fai-da-te”, affidandosi piuttosto a un consulente esperto che sappia identificare le soluzioni più adatte alle esigenze e al profilo di rischio di ciascun risparmiatore.