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Previsioni 2019: investire in un mondo a più velocità

Banche centrali e politica. Sono questi i principali temi che terranno banco nel 2019.
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Il ciclo economico è ormai alle battute finali e lascerà spazio, nel 2019, a un mondo più volatile a causa delle incertezze geopolitiche, e disomogeneo rispetto a quello a cui ci siamo abituati negli ultimi anni. In generale, sebbene ci si aspetti che le prospettive per l’economia globale restino positive, assisteremo a un rallentamento della crescita globale, seppur con diverse intensità da Paese a Paese. Negli Stati Uniti gli incentivi fiscali inizieranno ad avere meno effetto nella seconda parte dell’anno, mentre l’Europa sta già risentendo – economicamente e in campo finanziario – della Brexit e della fragile politica fiscale in Italia, ed è vulnerabile di fronte ai rischi geopolitici a livello globale. Tuttavia i mercati sembrano aver scontato la maggior parte delle cattive notizie. Prospettive incerte ed economia in rallentamento anche nei mercati emergenti, sempre con intensità variabile a seconda della sensibilità a rialzo dei tassi USA, forza del dollaro e andamento del prezzo del petrolio. Solo il Giappone dovrebbe risultare più stabile, grazie alla situazione interna positiva.

Facciamo quindi un breve excursus dei temi da monitorare nell’anno che è appena iniziato.

 


Banche centrali in ordine sparso

Un aspetto da tenere in considerazione riguarda la liquidità, con il passaggio da una fase di abbondante immissione da parte delle banche centrali ad un processo di graduale normalizzazione e riduzione degli stimoli monetari. Di conseguenza dovremmo assistere ad una restrizione delle condizioni finanziarie su scala globale, che metterà in difficoltà le economie e i settori più indebitati in uno scenario mondiale ancora caratterizzato da un livello di debito elevato. Anche questo processo avverrà all’insegna di una minore sincronizzazione a livello geografico, poiché le banche centrali si concentreranno sugli obiettivi interni.

 


È tornata in scena la politica

Quest’anno è iniziata una nuova era, in cui la politica domina sui mercati finanziari, diventando protagonista dopo aver ricoperto per anni un ruolo solo marginale. Nel Vecchio Continente, le elezioni parlamentari europee di maggio saranno fondamentali per mettere a fuoco le dinamiche politiche prevalenti e comprendere il potenziale di sopravvivenza dell’euro nel lungo periodo. Inoltre, rimarrà alta l’attenzione sulle conseguenze a livello globale delle politiche protezionistiche del presidente USA Donald Trump, che potrebbero iniziare a mostrare i primi effetti negativi.

 


Diversificazione e ricerca della qualità

Questo mutato contesto si tradurrà nella necessità di diversificare il portafoglio per ridurre i rischi complessivi nel corso del 2019, privilegiando i Paesi, i settori e titoli con un indebitamento più limitato e una minore esposizione alle frizioni geopolitiche e agli squilibri economici e finanziari.

 

Più nel dettaglio, i titoli del Tesoro e le azioni USA si confermano gli strumenti preferiti nel 2019, per quanto il predominio degli Stati Uniti sia destinato a diminuire con la convergenza della crescita degli utili nelle principali economie.

Per quanto riguarda invece mercati emergenti ed Europa, il riprezzamento registrato nel secondo semestre del 2018 potrebbe aprire nuove opportunità per diversificare il portafoglio a prezzi ragionevoli, sempre con un approccio prudente.

 


I PRINCIPALI TEMI PER IL 2019

 

AZIONI

La selezione sarà fondamentale per affrontare la fase matura del ciclo del mercato azionario. Le prospettive degli utili dovrebbero restare favorevoli, con qualche decelerazione soprattutto negli Stati Uniti, poiché l’aumento dei costi e dei fattori produttivi inizia a produrre effetti negativi.
OBBLIGAZIONI I rialzi dei tassi rallenteranno mentre la Federal Reserve si avvicinerà alla fine del suo ciclo di stretta monetaria. Con l’aumento dei rendimenti dei Treasury, questo segmento tornerà in focus per la ricerca di reddito e sarà preferibile privilegiare titoli con scadenza più a lungo termine per beneficiare dei maggiori rendimenti (negli Stati Uniti) e per proteggersi in caso di fasi di avversione al rischio. Sul fronte del credito, opportuno un approccio selettivo a causa del calo della liquidità e del cambio di rotta delle banche centrali.
MERCATI
EMERGENTI
L’orizzonte di investimento nei mercati emergenti continua a essere tra medio e lungo termine. Alcune aree di tali mercati, che hanno già subito un riprezzamento, offrono interessanti opportunità di reddito. La selezione resta tuttavia fondamentale, considerati i profili diversi in termini di vulnerabilità tra i Paesi emergenti.
VALUTE Dato che le valute saranno il primo meccanismo utilizzato per aggiustare i flussi, ci aspettiamo che la volatilità resti alta. Suggeriamo un’esposizione diversificata alle valute dei mercati sviluppati.

 

 

 


Come passare dalla teoria alla pratica?

Orientarsi in un contesto di mercato mutevole e ricco di sfide non è facile, ma spesso l’inerzia è la nostra peggiore alleata. La soluzione più semplice per prendere decisioni di investimento efficaci è rivolgersi al proprio consulente che saprà conciliare le previsioni sui mercati con le esigenze finanziarie di ciascuno e costruire insieme un progetto di investimento duraturo ed efficace.