


Inflazione. Deflazione. Reflazione. Ultimamente sono queste tre le parole più ricorrenti nelle discussioni economiche, quando esperti e addetti ai lavori ragionano sulle possibilità, i tempi, i sintomi e i segnali di una possibile ripresa post-Covid. Può essere interessante, soprattutto per chi è a secco di cultura finanziaria, capire di che cosa stiamo parlando. Noi siamo qui proprio per questo, e proviamo a farvela breve.
Tutto ruota intorno ai prezzi di ciò che compriamo
Che si parli di inflazione, deflazione o reflazione, il tema di fondo è sempre lo stesso: i prezzi delle cose che compriamo. Quando c’è inflazione, questi prezzi salgono; quando c’è deflazione, scendono. Con, in entrambi i casi, complicanze di non trascurabile portata.
E la reflazione? Ci arriviamo.
Nessuno mette l’inflazione in un angolo
O forse sì? Possono senz’altro farlo le banche centrali, il cui primo obiettivo è proprio quello di contrastare l’eccessivo aumento dei prezzi di beni e servizi. Ma con la crisi economica Covid-correlata, le autorità monetarie hanno dovuto rinviare ancora una volta il ritorno alla normalità dopo le turbo-iniezioni di liquidità rese necessarie dalla grande crisi finanziaria prima e dalla crisi del debito sovrano poi. E la lotta all’inflazione eccessiva, in un contesto di totale assenza di fiammate inflazionistiche da combattere, è passata in secondo piano.
Lo scorso autunno, la Banca Centrale Europea ha fatto sapere che permetterà all’inflazione di superare la soglia del 2% fissata nel 2003. Una variazione (temporanea) della sua politica fino a quel momento rigorosissima che è apparsa del tutto in linea con la nuova strategia della Federal Reserve, comunicata ad agosto. E anche se questo non trascurabile ripensamento strategico ha suscitato più d’una perplessità, fino a non molto tempo fa i dati sull’inflazione nell’area dell’euro e negli States sembravano dare ragione alle due autorità monetarie.
Inflazione in Europa e negli States: a che punto siamo?
Ma proprio mentre l’inflazione era data quasi per spacciata, eccola che riappare sui radar. A gennaio l’eurozona ha registrato un +0,9% su base annua, dopo il -0,3% – deflazione, dunque – di dicembre. Per non parlare dell’inflazione “core” – quella cioè che non prende in considerazione energia, cibo e tabacchi – la quale ha segnato un balzo del +1,4% su base annua, dopo il +0,2% di dicembre.
E negli Stati Uniti? Nel confronto anno su anno, il CPI – l’indice dei prezzi al consumo, appunto – ha messo a segno un +1,4% sia nel dato generale sia in quello “core”. Il CPI non è il termometro dell’inflazione preferito dalla Federal Reserve, che tuttavia lo monitora con attenzione anche adesso che, come abbiamo detto, la banca centrale USA accetterebbe un’inflazione superiore al 2% – il valore considerato ottimale – per un certo periodo di tempo allo scopo di supportare la ripresa.
E arriviamo così alla reflazione
Di cosa parliamo quando parliamo di reflazione? Dell’insieme di interventi messi in campo per stimolare l’economia: più moneta, meno tasse, eccetera. Tutto ciò finisce col far rimbalzare l’inflazione, un rimbalzo “buono” perché compensa il precedente calo dei prezzi. La reflazione, insomma, è un po’ l’antidoto alla deflazione.
Attenzione, perché siamo arrivati a un punto cruciale:
Quale lezione portare a casa (e come investire)
Finora ha prevalso la narrazione della crescita bassa, dell’inflazione anemica e dei tassi a zero. Ma adesso, perlomeno negli Stati Uniti,sta prendendo piede una narrazione diversa, incentrata su una ripresa della crescita reale che sembra correre a ritmi più rapidi del previsto. Ovviamente, la narrazione monetaria rimane quella dominante e sembra ben radicata: ma il minimo cambiamento potrebbe causare molto rumore nel comparto obbligazionario e, a un certo punto, anche in quello azionario.
Per evitare di finire intrappolati in un vicolo cieco, è importante assicurarsi un’allocazione agile e flessibile, aumentando la diversificazione dei portafogli e rendendoli più resilienti in vista di un possibile cambio di regime. Un piano di difesa nella messa a punto del quale la consulenza di un esperto serio e preparato può decisamente fare la differenza.