Gli obiettivi di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite: cosa sono e come possono indirizzare gli investimenti

Mancano dieci anni alla fatidica scadenza del 2030 che le Nazioni Unite hanno fissato, elencando i 17 obiettivi da conseguire entro quella data. Dalla povertà zero alla parità di genere, passando per la lotta al cambiamento climatico: su queste basi nascono gli obiettivi di sviluppo sostenibile (SDGs, Sustainable Development Goals) in vigore dal 2016 e che hanno come “deadline” il 2030.

A differenza degli Obiettivi di sviluppo del Millennio, quelli per la Sostenibilità sono universali e richiedono con forza l’intervento della finanza privata. Questo perché è proprio attraverso gli investimenti sostenibili e responsabili, i cosiddetti “SRI”, che si possono realmente indirizzare maggiori investimenti ​​verso uno sviluppo economico sostenibile.

Ma non solo. Gli investimenti SRI si sono dimostrati tra i più resilienti durante la pandemia, superando la performance dei fondi tradizionali.

Sono principalmente legati ai diversi ambiti dello sviluppo sostenibile e responsabile – ambientale, sociale, economico e istituzionale – e delineano un vero piano d’azione globale per i prossimi 10 anni. Il metodo funziona? Sembrerebbe proprio di sì. Secondo l’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo, la povertà globale continua a decrescere; sempre più persone hanno accesso a fonti d’acqua pulita; un maggior numero di bambini frequenta le scuole e una serie d’investimenti mirati alla lotta contro la malaria, l’AIDS e la tubercolosi hanno salvato milioni di persone.

Porre fine alla povertà, garantire un’istruzione di qualità inclusiva e paritaria, raggiungere la parità di genere e adottare misure urgenti per combattere il cambiamento climatico: sono tutti temi a cui sono legati molti degli investimenti socialmente responsabili disponibili oggi sul mercato. Esistono ormai approcci diretti, come l’impact investing e l’active ownership, che combinano il raggiungimento di risultati finanziari con la generazione di un impatto positivo sull’ambiente o la società, seguendo appunto il Piano d’azione delineato dall’Onu.

Gli obiettivi di sviluppo sostenibile offrono infatti un valido sostegno per indirizzare gli investimenti a favore di un mondo più sostenibile. In parte poiché negli ultimi anni i governi nazionali hanno realmente dimostrato di puntare su di essi; stando alle stime, entro il 2030 verranno attivati investimenti pubblici e privati pari a circa 2.400 miliardi di dollari all'anno nei settori della sostenibilità a livello mondiale per raggiungere gli obiettivi dell’Onu¹. E soprattutto la finanza sostenibile ha un ruolo fondamentale nella loro realizzazione.

Per gli investitori, come abbiamo visto in questi mesi, i vantaggi derivanti dall'investimento sostenibile vanno ben oltre il contributo alla sostenibilità. Si parla infatti di ottenere un maggior controllo dei rischi e una buona tenuta durante le crisi. Le opportunità finanziarie associate all'investimento in aziende sostenibili sono state dimostrate da numerosi studi e, nella pratica, dai fondi già esistenti.

Sostanzialmente, orientarsi verso investimenti “green” per beneficiare dei temi della sostenibilità e delle evoluzioni della società già in atto, conviene. Tuttavia, per scegliere efficacemente gli strumenti su cui investire, è fondamentale rivolgersi ad un consulente di fiducia. In questi ultimi anni, il mercato ha favorito l'ingresso di fondi collettivi che puntano su un'ampia gamma di SDG e che mancano però di chiarezza circa i criteri e gli standard adottati.

Meglio farsi aiutare per non perdersi in questa offerta variegata e per selezionare opportunamente la soluzione che meglio si adatta ai propri bisogni.