Coronavirus e mercati, vietato cedere al panico
L’Italia si trova di fronte a una situazione sanitaria, sociale, e di conseguenza anche economica e finanziaria, del tutto inedita: costretta a rallentare lavoro e produzione per colpa di un coronavirus senza precedenti, denominato COVID-19. Una situazione mai vista prima d’ora. La situazione è seria, inutile negarlo.
Ma se l’attrazione per gli asset sicuri è comprensibile, lasciarsi prendere dal panico è decisamente controproducente. Anche perché quella legata al coronavirus, seppur grave, non è la prima crisi sanitaria che ci troviamo ad affrontare nella nostra contemporaneità.
La forte correzione dei mercati internazionali però non va presa solo per una reazione emotiva e scomposta alla presa d’atto che l’epidemia di coronavirus esplosa in Cina è diventata una pandemia a tutti gli effetti. Ci sono dei fondamenti razionali che sono da individuare nella ormai certa caduta dell’attività economica a livello globale, che in molti Paesi si trasformerà in recessione, magari tecnica come dicono gli esperti, ma non prevista dalla maggioranza degli economisti e dei previsori all’inizio del 2020. L’inevitabile caduta del PIL globale porterà con sé la riduzione delle stime di crescita degli utili e il conseguente aggiustamento dei corsi azionari.
Il ruolo delle banche centrali e delle politiche fiscali per sostenere l’economia
Non si può non riconoscere che le Banche Centrali, in virtù dell’esperienza maturata nel corso della Grande Crisi Finanziaria del 2008, si stanno muovendo velocemente, in alcuni casi con qualche tentennamento subito cancellato, al fine di evitare quanto più possibile l’effetto contagio sui mercati finanziari.
Sul fronte delle politiche fiscali, l’Unione Europea ha finalmente rotto tutti gli indugi annunciando per voce della Presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen la sospensione del “Patto di Stabilità e Crescita”. Si tratta dell’accordo siglato nel 1997 ed in vigore dal primo gennaio 1999, che prevede il rispetto di alcune regole di bilancio per garantire la permanenza all’interno della Unione Monetaria Europea, di cui la principale in questo momento è la sospensione della regola del mantenimento del deficit di bilancio al di sotto del 3% del Prodotto Interno Lordo (PIL).
In Europa, i Governi stanno reagendo con misure straordinarie a sostegno di imprese e famiglie, per scongiurare che questa crisi sanitaria possa tradursi in una profonda crisi economica e finanziaria. I Governi non possono da soli fermare la diffusione della pandemia, ma le azioni poste in essere in questi giorni dovrebbero garantire che la liquidità enorme fornita e i piani fiscali di intervento evitino che una crisi esogena si trasformi in una crisi sistemica.
Investire ai tempi del coronavirus
La manovra straordinaria a tenaglia condotta da un lato dalle Banche Centrali e dall’altro dai principali Governi mondiali sta riportando un po’ di fiducia sui mercati finanziari. La tempesta è ancora lungi dall’essere passata, ma la consapevolezza di attraversarla con tutte le reti di protezione possibili lascia ben sperare per una relativamente rapida ripresa non appena la pandemia sarà messa sotto controllo.
La volatilità sui mercati rimarrà elevata finché non ci sarà qualche novità riguardante l’efficacia sul virus di alcune terapie medico-farmacologiche in sperimentazione o non si raggiungerà il picco di contagi, almeno in Italia, presa ormai a riferimento/pilota per l’Europa e l’Occidente.
In questo contesto, il richiamo alla prudenza nell’approccio agli investimenti finanziari rimane d’obbligo. L’emergenza prima o poi finirà e anche i mercati torneranno alla normalità. Nel mentre, però, le distorsioni che si creano sui mercati possono offrire occasioni interessanti a chi sa mantenere i nervi saldi. Dunque, cosa fare? Concentrarsi sui propri obiettivi di lungo periodo e non rinunciare a investire ancora ma con prudenza, diversificando non solo le fonti di rischio ma anche i tempi d’ingresso, magari con l’avvio di un Piano di Accumulo del Capitale (PAC), valido antidoto all’emotività.
E come sempre, rivolgersi ad un consulente di fiducia, magari sperimentando la modalità digitale, è ancora più importante per effettuare le scelte più in linea con le proprie esigenze e i propri obiettivi.