Allevamento intensivo: la riduzione dei gas serra è una necessità
Da qualche anno la zootecnica è strettamente monitorata sia a livello europeo che italiano rispetto alle emissioni di gas serra. D’altro canto anche la FAO segue con attenzione e puntualità il settore a livello globale, rilasciando un report periodico: “Livestock’s Long Shadow”.
Dal report 2019 emerge che il contributo al riscaldamento globale attribuibile alla produzione di gas serra da parte degli allevamenti animali è dell’ordine del 14% della produzione totale di origine antropica. Un dato significativo che ha messo in moto una strategia di risposta a livello istituzionale in Europa. La Commissione Europea ha lanciato il “Green Deal”, che chiede espressamente di mettere in atto misure per la riduzione del consumo di carne: sia a beneficio del clima sia a beneficio della salute dei consumatori.
Considerato che dal lato climatico è noto il ruolo invasivo del metano enterico prodotto dai ruminanti, è necessario considerare perlomeno due strategie di intervento per ridurre in modo significativo l’emissione di gas serra.
Una strategia potrebbe essere quella di ridurre drasticamente gli allevamenti di bovini, fino alla significativa limitazione dell’emissione dei gas serra. Un intervento appunto molto invasivo nel sistema economico, necessariamente condotto a livello politico con l’imposizione di divieti e limitazioni al numero di animali in allevamento intensivo e incentivi alla riduzione del numero complessivo degli allevamenti. Non c’è bisogno di entrare nel merito delle misure attuabili per capire che è una opportunità fortemente penalizzante per il settore, sia a livello economico che sociale. Decisamente una strategia da valutare con attenzione sia nel breve che nel lungo periodo.
L’alternativa a questa troppo penalizzante soluzione potrebbe essere costituita da una strategia proattiva, basata sulla ricerca di soluzioni al problema con l’uso di tecnologia: quindi favorendo l’innovazione. La riduzione delle emissioni di gas può infatti essere raggiunta somministrando prodotti appositi, frutto di anni di sperimentazione e ricerca, in continua evoluzione . In via del tutto generale si parla da qualche tempo di prodotti in grado di deprimere la metanogenesi attraverso l’alterazione dell’equilibrio fra microrganismi nel rumine. Quindi un intervento da attuare attraverso una riformulazione della dieta degli animali. Anche in questo caso interventi drastici, costosi sì, ma decisamente in linea con un approccio sostenibile sia dal punto di vista economico che sociale.
Qualunque sia la strada adottata che inevitabilmente impatterà sulla gestione e struttura aziendale, Crédit Agricole è a fianco degli Allevatori per fornire una consulenza specifica e offrire soluzioni dedicate.
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